All'interno della privilegiata cerchia laurenziana che si muove nel clima culturale fiorentino del Quattrocento spicca la figura di Angelo Poliziano che, componendo in lingua volgare ma anche in latino e greco, riesce a consolidare una cultura ferrata ed una forma stilistica ammirabile. Nel 1475, per festeggiare la riuscita pace fra le potenze italiane per propria opera, Lorenzo il Magnifico indisse una giostra alla quale il Poliziano prese parte con un componimento in stanze o ottave, ovvero il metro usato da Boccaccio, dando vita così alle 'Stanze per la Giostra'. L'opera si fa profeta dell'amore platonico che viene qui provato da Giuliano, fratello di Lorenzo nella realtà, per Simonetta Vespucci, donna fiorentina. Il poeta va a creare un personaggio, Iulo, che si dedica unicamente alla caccia, alla cura del corpo e che si astiene con disprezzo dall'amore, allora Cupido ordisce un inganno per vendicarsi attraverso il quale Giuliano, convinto di seguire una cerva, giunge all'incontro con la ninfa Simonetta di cui si innamora perdutamente. Oltre che un inno all'amore, le 'Stanze per la Giostra' sono una celebrazione della bellezza e della gioventù, caratteristica che traspare vivamente dalla descrizione del luogo all'interno del quale si muovono Iulo e la ninfa. Ogni elemento infatti si configura in quanto facente parte di una rigogliosa primavera che sembra quasi voler accompagnare la nascita del nuovo amore e la descrizione dell'ambiente esprime nella propria natura i sentimenti provati dal poeta. E' quindi fondamentale la ricorrenza, da parte del Poliziano, al topos tipico della poesia pastorale, il locus amenus. Sembra quasi che la scena descritta sia stata privata di temporalità e spazialità per essere consegnata ad un paesaggio onirico in cui ogni singolo particolare tende ad inneggiare all'amore che viene inteso come forza trionfante, elemento, questo, che manda a diversi richiami nella letteratura che va dalla letteratura greca e latina a quella petrarchesca. La figura di Venere, collocata all'interno delle Stanze, segnala il richiamo alla cultura del neoplatonismo, in cui l'amore viene appunto considerato come trionfo più alto dell'anima. All'interno della docta varietas, ovvero la tendenza alla varietà di trattamenti culturali, il Poliziano, nelle sue Stanze, privilegia quindi la potente forza dell'Amore.
Luana Cau
lunedì 3 novembre 2008
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