mercoledì 21 gennaio 2009

Ariosto tra passato e futuro

Il Capolavoro Ariostesco viene riesaminato e commentato da Italo Calvino che con una descrizione semplice, personale, chiara e talvolta ironica, fornisce al lettore una chiave moderna di lettura per comprendere meglio l’opera. Attraverso alcuni stralci scelti dal testo originale, offre una comprensibile appassionante avventura in un mondo fantastico, dove l’abilità narrativa di Ludovico Ariosto trova la sua massima espressione.
Le premesse ai brani sono per lo più brevi ed esplicative, non superano quasi mai le 100 righe.
L’autore si sofferma sugli aspetti fisici e psicologici dei personaggi, sia del ruolo che questi ultimi hanno in quel preciso momento e contesto. I contenuti sono facilmente assimilabili, considerando le abilità narrative di Italo Calvino. Magistrale è la capacità dell’autore nel mettere in evidenza soprattutto i legami che intercorrono fra i protagonisti e da quali fattori e cause questi son stati determinati. Fa risaltare come l’abilità di Ludovico Ariosto si manifesti nel riuscire a inserire all’interno della storia innumerevoli personaggi che pian piano si incontrano, talvolta si “scontrano” in alterne vicende, senza venir mai dimenticati; ogni personaggio ha un ruolo fondamentale per lo svolgimento dell’intreccio, seppure Ariosto preferisca enfatizzare certi personaggi rispetto ad altri.
Il poema acquista così un ritmo incalzante e ci trasporta in quel mondo di sentimenti ed emozioni che quasi sembrano appartenerci.
Italo Calvino si sofferma particolarmente sulla descrizione del castello di Atlante, nel quale son stati attirati con l’inganno cavalieri come Astolfo, o lo stesso Orlando, ma anche tante altre tipologie di personaggi. Scopriamo come le esperienze di vita dei “partecipanti” siano legate tra loro leggendo ed esaminando Il castello dei destini incrociati. Il castello sembra quasi rappresentare un concetto di realtà vincolante che condiziona l’intera esistenza dell’essere umano. I personaggi riescono a comunicare tra loro e a raccontare le proprie avventure solo attraverso l’uso dei tarocchi, poiché sono stati privati della voce. Geniale è questa trovata: permette sia ai protagonisti di esprimersi, sia agli altri che osservano di elaborare congetture, sfruttando l’immaginazione. Non si tratta però di una descrizione fine a se stessa, bensì di un modo per condividere pensieri, conoscere se stessi e cercare di non dimenticare la propria identità.
La modernità dell’Orlando Furioso risiede nel fatto che l’autore non si limita a ricreare le circostanze che ricordano le avventure descritte all’interno delle opere del ciclo bretone e del ciclo carolingio, ma riesce a elaborare con le parole quel che oggi è persino difficile riprodurre in una pellicola cinematografica: l’intrecciarsi delle vicende, le tematiche trattate in ogni sfaccettatura ricordano molto il nostro modo di pensare. Nell’epoca di Ludovico Ariosto la popolazione e i cortigiani non si interrogavano come noi su ogni singola questione. Noi prendiamo ogni argomento seriamente e lo analizziamo nei minimi particolari, proprio quel che compie Ludovico Ariosto, proiettandosi così verso il futuro.

Silvia Pinna

Nessun commento:

Posta un commento