mercoledì 28 gennaio 2009

Potenzialità narrative e tematiche dell’Orlando Furioso da Ariosto a Calvino.

L’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino, si configura come una guida di straordinaria rilevanza prodotta da uno scrittore che per natura compositiva incarna l’ideale della modernità, ma che è contraddistinto allo stesso tempo da una tecnica letteraria notevolmente simile a quella “Ariostesca”, che nasce e si sviluppa da un interesse mirato nei confronti della figura e della personalità dell’Ariosto e dei suoi più tipici caratteri stilistici; dal tema misterioso e disincantato a quello limpido e ironico. Calvino percorre i molteplici “lidi” del celeberrimo poema Ariostesco, selezionando temi ed esplicando al lettore attraverso attenti apparati esegetici le porzioni letterarie più interessanti, facendo perno su uno stile armonioso e deciso in cui si chiariscono temi e trame secondo una struttura che organizza e scompone il racconto in capitoli narrativi che non necessariamente corrispondono alla suddivisione tematica utilizzata da Ariosto. In questo modo l’autore ripercorrendo le vicende dell’Orlando Furioso, fa riferimento ad un’opera aperta nel senso che, come sostiene Italo Calvino, è senza principio e senza fine, quasi rifiutasse d’iniziare e terminare, in un mondo all’interno del quale è lecito rinvenire nuovi intrecci e dinamiche ed in cui peraltro le vicende non si lasciano racchiudere in un tempo ed in uno spazio ben delineati, ma si muovono tra molteplici centri narrativi senza seguire una trama coerente e lineare. La caratteristica precipua dell’Orlando Furioso risiede in definitiva nell’imponente intreccio, all’interno del quale si inseriscono complessi personaggi che sono principalmente caratterizzati da passioni contrastanti e spinti dal sentimento d’amore e dal culto per la bellezza nella sua accezione più formale che ideale. Peraltro tutti i personaggi sono mossi da una continua e perenne ricerca o “queste”,abbinata al motivo dell’avventura, che nell’interpretazione ariostesca da una parte connette il poema alla tradizione epico-cavalleresca precedente, ma dall’altra lo proietta verso la modernità. Proprio nei confronti dell’ azione compositiva del Furioso, Calvino intraprende un’attenta e meticolosa critica al testo creando di fatto un’opera dentro l’opera e mette in evidenza i processi sui quali si fonda la composizione originale dell’Orlando Furioso; sebbene per molteplici aspetti Calvino dimostri di mantenersi fedele al testo, per altri, introduce delle modifiche finalizzate a rendere l’opera più accessibile e comprensibile anche attraverso la presenza di giudizi personali che non mancano di mettere in luce le correlazioni che si sviluppano all’interno delle vicende. “L’Orlano Furioso si configura così”, secondo la celebre definizione Calviniana, “come un’immensa partita scacchi che si gioca sulla carta geografica del mondo, una partita smisurata che si dirama in tante partite simultanee. La carta del mondo è ben più vasta d’una scacchiera, ma su di essa le mosse di ogni personaggio si susseguono come regole fisse come per i pezzi degli scacchi”.Allo stesso modo si comprende come l’intersezione delle storie e la sequenzialità delle immagini tipiche dell’Orlando Furioso, abbiano ispirato la celebre composizione Calviniana “Il castello dei destini incrociati”, all’interno della quale compaiono tematiche affini e analoghe per alcuni spunti a quelle del Furioso, che si combinano e infine emergono attraverso le “parole” dalle carte “parlanti”. Il riferimento letterario di cui usufruisce Calvino, è ancora una volta il poema dell’Ariosto, in quanto le raffigurazioni dei tarocchi rappresentano la prospettiva nella quale si era sviluppata la fantasia ariostesca. Gli stessi tarocchi peraltro presentano accanto ad una valenza prettamente numerica, anche e soprattutto un significato simbolico, rappresentato ad esempio dalle spade indicanti i duelli, le coppe le feste ed infine i bastoni le foreste. In questo modo, attraverso la formazione delle molteplici combinazioni di tarocchi, ciascun personaggio propone in una narrazione densa e carica di immagini, le proprie avventure e peripezie; lo stesso castello appare sia come metafora della vita e delle illusioni dell’uomo che rincorre i propri sogni ed è incapace di distinguere la fantasia dalla realtà, sia come metafora della vita umana strutturata secondo un succedersi di accadimenti casuali. L’uomo ariostesco è già l’uomo della nostra modernità, forte della sua autonomia privo di punti di riferimento e preda dei suoi desideri e della casualità degli eventi. La modernità presente nel poema valica lo stesso Rinascimento; Ariosto evidenzia i percorsi dell’uomo nuovo, cosciente del fatto che tale uomo dotato di libertà, ragione e responsabilità morale supererà i limiti del presente. Il Furioso deve essere letto in definitiva come poema della modernità e innanzitutto come poema del Rinascimento.


Matteo Sini IID

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