Nell’ Orlando Furioso, Ludovico Ariosto riprende l’azione laddove Boiardo la conclude e vi si possono individuare tre storie principali: in primo luogo si narra del paladino Orlando, nipote di Carlo Magno, e di come, da innamorato di Angelica, egli diventi folle a causa del matrimonio della sua amata con Medoro, e della sua conseguente perdita del senno che in seguito Astolfo recupererà sulla Luna, luogo in cui si trova tutto ciò che viene smarrito sulla Terra; allo stesso tempo si svolge la vicenda di Angelica, caratterizzata dalle infinite fughe da cavalieri di lei innamorati, ma che infine si innamorerà lei stessa del giovane soldato Medoro di cui diventerà moglie; infine un’ altra storia che tratta di Bradamante e Ruggiero, rispettivamente amazzone cristiana e cavaliere pagano, e degli ostacoli che i due devono superare per adempiere al loro destino e sposarsi. Il teatro in cui si svolgono le avventure dei personaggi è la guerra fra i Saraceni di Agramante e i cristiani di Carlo Magno, sotto lo sguardo attento del narratore, esterno ed onnisciente.
Sono presentati al lettore numerosi e diversi scenari, dall’Oriente all’Occidente, dai campi di battaglia ai boschi più selvaggi, fino ad arrivare sulla Luna con l’ippogrifo, e in questi luoghi si svolgono le avventure di personaggi i cui sentimenti si incontrano e si richiamano a vicenda: amore, amicizia, fedeltà, devozione si intrecciano e convivono con infedeltà, inganno, violenza. Sono dunque figure che cambiano, si trasformano e rispecchiano i personaggi della vita reale, rendendo l’Orlando Furioso il romanzo delle passioni e delle aspirazioni degli uomini del tempo: l’uomo contemporaneo non è armoniosamente composto, non è disposto secondo criteri di equilibrio, ma cambia, esagera, è combattuto fra molti desideri e doveri. Ariosto sa che il mondo dei cavalieri appartiene definitivamente al passato e quindi non intende celebrarlo: l’Orlando furioso vuole essere uno strumento letterario per esprimere ideali e valori dell’uomo del ‘500.
L’autore racconta, in sostanza, gli innumerevoli percorsi che l’uomo moderno, razionale, libero e responsabile delle proprie azioni, può intraprendere. Un importante elemento di novità e modernità è dato dal fatto che l’opera non è rivolta solamente alla corte estense, ma a tutta la società contemporanea; è la prima opera letteraria diffusa con l’uso della stampa.
Italo Calvino legge e rielabora l’Orlando furioso. Egli viaggia all’interno del poema di Ariosto: non lo riporta per intero, ma sceglie, commenta e spiega le strofe più belle, le adatta in chiave moderna per facilitarne la comprensione. Richiama i diversi personaggi, spiegandoli e concedendo il giusto spazio a tutti.
Per un verso simile al Furioso è un’altra opera di Calvino: il Castello dei Destini Incrociati. Forse in una rilettura del castello di Atlante, il protagonista si ritrova in una fortezza nel mezzo di un bosco con altre persone di ogni genere imprigionate con lui; non possono parlare e dunque raccontano le proprie storie mediante i tarocchi. Ma la disposizione delle carte in una storia assomiglia a quella di altre storie e dunque i racconti si intrecciano formando un’enorme rete in cui ci si può perdere seguendo le infinite trame. E così come infiniti sono i racconti individuabili nella disposizione dei tarocchi, infiniti sono i personaggi che si potrebbero individuare.
La seconda parte de Il Castello dei Destini Incrociati, intitolata La Taverna dei Destini Incrociati, è caratterizzata da toni molto più forti; lo schema di base è simile: un gruppo di persone si ritrovano in una taverna e raccontano le loro storie mediante i tarocchi, ma l’atmosfera è meno calma; il terrore di ritrovarsi di colpo in quel luogo ha lasciato segni concreti sui protagonisti, i cui capelli sono sbiancati per la paura; inoltre si percepisce la fretta dei personaggi di raccontare la propria storia: le carte appena poggiate sul tavolo vengono prese da altri per altri racconti, tanto che alcuni sono costretti a tenerle ben saldamente con braccia e mani; le storie stesse sono più dure nelle perdite e nelle distruzioni. L’atmosfera ricorda le scene di guerra o di battaglia dell’Orlando Furioso.
Così come nell’Orlando Furioso non vi è un unico personaggio dalla psicologia complessa e profonda intorno al quale far ruotare tutte le vicende dell’opera. Sia Ariosto che Calvino, almeno in questo caso, hanno creato un gran numero di personaggi con lo scopo fondamentale di sottolinearne il carattere che rispecchia un aspetto tipico e specifico della natura umana, con la consapevolezza di non esaurirne l’infinita varietà.
Giuliana Siddi
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento