martedì 20 gennaio 2009

Il Furioso: nascita della telenovela e della pubblicità

Intrappolare il complesso mondo degli uomini in una produzione letteraria per poi decifrarla, esaminarla e capirla rappresenta una sfida che Ariosto non risparmiò a se stesso e dalla quale è nata una delle opere più geniali che siano mai state scritte: l’eternamente contemporaneo e moderno “Orlando Furioso”, arazzo variopinto di una varietà estrema che non è mai, tuttavia, disordine e confusione, una “gran tela” capace di racchiudere sotto le ali della cosiddetta tecnica dell’entrelacement (intreccio) numerosissime ed appassionanti vite e vicende umane ed, in quanto tali, indissolubilmente marcate da motivi e temi colorati da pastelli d’emozioni.
La grande abilità narrativa di Ariosto, la sua ironia ed il suo disincanto, la padronanza delle tecniche narrative, la mediocritas (equilibrio) e, soprattutto, la passione per l’attività fantastica, hanno fatto avvicinare all’autore ferrarese del XVI secolo numerosi studiosi tra cui un’esuberante personalità della letteratura italiana del XX secolo che ha amato e pienamente condiviso la produzione e le tecniche di Ariosto: Italo Calvino, autore che ha dimostrato la sua passione per il Furioso raccontandolo lui stesso in un’opera del 1970 dove regala una straordinaria guida alla lettura del Furioso ariostesco, in cui alle strofe dei passi scelti si alterna un racconto semplice e appassionato dove l’autore riesce a mantenersi fedele all’opera originale da lui interpretata ed accompagnata in qualità di narratore esterno ed omnisciente.
Il lavoro di Calvino non è però da considerare solo come il frutto di un grande amore per l’Ariosto ma, rappresenta anche un’importante operazione finalizzata all’invito alla lettura (rivolto soprattutto alle generazioni più giovani) di una così importante opera spesso non appieno apprezzata e compresa. La chiave di risoluzione delle due problematiche citate può, indubbiamente, essere una caratteristica fondamentale sulla quale si basa l’intera opera: la modernità.
L’ ”Orlando Furioso” è, infatti, il poema moderno per eccellenza: padre della telenovela e di una prima forma della pubblicità. Ariosto, suo autore, si rende, così, predecessore degli uomini del XX secolo tempo in cui, spesso inconsapevolmente, si sono proiettate le eterne ombre delle tecniche e della genialità di un uomo vissuto più di quattrocento anni prima.
Correva l’anno 1963 quando comparve in Brasile la prima telenovela a episodi giornalieri. In Italia la prima telenovela fu trasmessa a partire dal gennaio del 1982 su Rete 4 (allora di proprietà della Mondatori).
Per definizione la telenovela è un racconto seriale che ha lo scopo di tenere desta l'attenzione dei suoi telespettatori e quindi fa un assai ricco uso di colpi di scena, capovolgimenti, imprevisti, indizi premonitori, rivelazioni clamorose e risolutive. E’ uno sviluppo di vicende che, divise in puntate, si basano su faide famigliari, tradimenti, ingiustizie, amori contrastati, fughe, agguati, travestimenti e figli illegittimi, tutte vicende che coinvolgono numerosi personaggi divisi fra il Bene e il Male. Il tratto tipico della telenovela è, senza dubbio, il fatto che la sua trama si possa evolvere all’infinito.
In tale definizione non può facilmente rispecchiarsi il Furioso? La risposta al quesito è stata data dallo stesso Ariosto e può essere facilmente trovata nella lettura dell’opera ricca di avventure su avventure intrecciate con altri avvenimenti, che parlano di paladini, di dame e dei loro contrastati amori, di compagni, di eserciti e dei nobili valori, di magie, di virtù, di follie e del loro effetto sugli uomini.
A questa tecnica compositiva, come ennesima “prova d’amore”, Calvino si ispirò per la composizione di un bellissimo romanzo: “Il castello dei destini incrociati” (1973) che narra di un castello in mezzo a un bosco che da rifugio a coloro che si trovano nei suoi pressi ma che, nel contempo, li priva della parola. Per porre fine al silenzio, sovrano assoluto tra le mura, i rifugiati raccontano le loro vite tramite un mazzo di carte che vengono disposte secondo le regole dei tarocchi, su un unico tavolo dove ogni storia incontra e si incrocia con le altre per formare un'unica disposizione. La fedeltà ad Ariosto da parte di Calvino, non viene dimostrata solo con l’intreccio che lega i destini di quegli uomini trovati per caso nel castello incantato, bensì, è palesemente esplicitata da due figure, con le loro rispettive storie, che emergono tra i personaggi: Orlando e Astolfo, la storia dell’Orlando pazzo per amore e la storia di Astolfo sulla Luna.
Passiamo ora all’analisi del secondo aspetto della modernità del Furioso: l’ingegno di Ariosto e la sua straordinaria abilità tecnico-narrativa hanno reso, inconsapevolmente, l’autore padre di una prima forma di pubblicità intesa come interruzione di una sequenza narrativa nel suo punto culminante.
Abilissimo è infatti il suo autore nell’interrompere continuamente l’azione per introdurre o continuare altri episodi destinati ad essere, come i precedenti, lasciati in sospeso per esser poi, a tempo debito, ripresi. Nel compiere tale operazione, la tecnica della quale si è avvalso Ariosto è definita la tecnica del “differire”, verbo facilmente rintracciabile nella parte finale dei canti. L’attesa e l’interesse che la sospensione narrativa comporta si traduce in una calcolatissima suspence che avvolge il lettore.
Tale suspence è equiparabile a quella ben conosciuta dal pubblico delle telenovelas costretto a vivere nell’attesa spasmodica della fine della pubblicià o dell’inizio di una nuova puntata.
L’unica differenza è rappresentata dal nome: quella che per Ariosto era la tecnica del “differire” per il mondo cinematografico del XX secolo è diventato l’effetto cliff-hanging.
La nascita della telenovela e della pubblicità rimangono e rappresentano, comunque, solo due tra le tante tematiche che consentono di considerare il poema come una delle prime e più importanti espressioni della modernità.

Angela Muretti

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