Nel 1474, in occasione dell’accordo di pace stipulato fra le maggiori potenze italiane grazie all’azione diplomatica di Lorenzo il Magnifico,il signore di Firenze organizza una “giostra” ed è proprio in quest’occasione che Angelo Poliziano inizia a scrivere in volgare un poemetto in ottave o stanze, chiamato appunto le “Stanze per la giostra”.
Due anni dopo, in seguito alla morte di Simonetta Vespucci, protagonista dell’opera e oggetto dei desideri di Iulio, Poliziano modifica l’opera, ma dopo la morte di quest’ultimo è costretto ad abbandonarla definitivamente.
L’amore fra Simonetta e Iulio è certamente il tema principale dell’opera e lo si può definire platonico in quanto il suo innamorato non aspira mai a possederla fisicamente ma si limita ad ammirarla poiché la considera quasi un angelo, un essere divino superiore a lui, infatti più volte Simonetta viene paragonata a ninfe o dee in modo anche da sottolinearne lo stretto rapporto che la lega alla natura, addirittura Poliziano scrive che la natura si rallegra della sola presenza della donna in quanto essa incarna tutte le doti di purezza, candore e bellezza.
Simonetta per molti aspetti riprende le caratteristiche tipiche della donna stilnovista, infatti viene descritta come un angelo, Iulio vedendola si innamora immediatamente e ha l’impressione di trovarsi al cospetto di un essere divino.
Si può dire in conclusione che Poliziano si ispiri ai maggiori esponenti dello stilnovo per descrivere l'amore fra i due protagonisti della sua opera.
Mario Falchi
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Ciao Mario,
RispondiEliminanel secondo periodo sembra che a morire sia Poliziano invece che Oulio, o meglio Giuliano di cu iforse occorre nel contesto spiegare la figura. Toglierei "suo" nel periodo successivo e direi invece che "possederla" "possedere l'amata". Prima di addirittura metterei un punto. il prof