Le Stanze per la giostra: Tra tradizione e inventiva
Le stanze per la giostra di Poliziano hanno molto della cultura Petrartesca e Dantesca e come afferma Ghino Ghinassi nel suo saggio si inseriscono nella tradizione tipica del ‘400 che aveva sfruttato l’ottava dei romanzi cavallereschi per celebrare i giochi e le gare che si tenevano presso le corti.
Le stanze furono infatti composte per la giostra organizzata da Lorenzo De Medici;mecenate ed uomo di cultura,oltre che signore di Firenze,giostra che vide come vincitore Giuliano,fratello di Lorenzo.
Tuttavia l’intento primo dell’autore è quello di narrare in maniera innovativa,la storia di Iulio,personaggio principale che scopre un'altra parte di se stesso.
Viene raccontato infatti l’incontro voluto da Cupido, tra lo scettico Iulio,che non crede nell’amore,o che probabilmente non da importanza alla dolcezza infinita che esso comporta,preferendo a questo la caccia, e la bella Simonetta,donna fiorentina che ha in se tutte le qualità fisiche e morali per far innamorare qualunque uomo.
Poliziano mostra quindi qui tutto il suo spessore artistico,curando ogni minimo dettaglio per quanto riguarda lo stile utilizzato, mostra l’interesse verso i suoi predecessori cercando tuttavia di far valere una propria personalità artistica, vi è un utilizzo libero della parola,secondo il proprio gusto che va oltre l’essere legato ad una determinata tradizione.
L’amore che viene cantato è una amore platonico,amore che è il mezzo per arrivare al bene assoluto,e ciò che muove il mondo e Iulio non può non interessarsi a ciò, ed è proprio per questo che Cupido fa apparire la cerva che si scoprirà essere la bella Simonetta; tutto questo viene cantato secondo i canoni della lirica petrartesca, come possiamo vedere nei versi 39-40 “ […] poi colla bianca man ripreso il lembo,levassi in piè con di fior pieno un grembo”, dove vi è un esplicito riferimento a Petrarca.
Le stanze vogliono quindi esprimere ciò che il poeta pensa nel momento in cui decide di comporle,come per esempio la prima volta in cui Iulio scopre l’esistenza o l’importanza di un sentimento sconosciuto,l’esistenza di un desiderio incontrollabile e il vivere un esperienza in qualche modo mistica che comporta per lui un radicale cambiamento, riesce a contemplare la bellezza, un qualcosa di molto simile ad un rito di passaggio, insomma un cambiamento di entità non indifferente.
Elisabetta Puddu
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Questo è il primo saggio che leggo in cui si evidenzia l'identità dell'esperienza d'amore nell'autore e nel protagonista dell'opera: affermazione interessante...
RispondiEliminaForse avresti potuto ampliare l'accenno all'amore come rito di passaggio per supportarla, anche in ricordo di una scheda di letteratura greca ripetuta sino alla nausea:p
Elisa
Beh se si fosse soffermata sul "rito di passaggio"nella cultura greca,avrebbe sviluppato un altro saggio all'interno del microsaggio.E' evidente che con l'espressione "rito di passaggio" volesse indicare la funzione di radicale cambiamento dell'amore nella vita del protagonista.
RispondiEliminaDunque non vedo perché sviluppare una tesi deviante alla tesi principale!!!
Yugi (ovvero Eugenia)
Ciao Elisabetta,
RispondiEliminail lavoro è buono, ma è un po' appesantito da alcuni problemi formali. Innanzitutto la punteggiatura va rivista sostanzialmente, poi occorre attenzione a diversi refusi come "petrartesca", nonché ad alcuni errori ortografici (manca per esempio qualche accento...)
Saluti,
il prof