mercoledì 15 ottobre 2008

Le “Stanze per la giostra”: pretesto o reale celebrazione?

Quando si parla di Angelo Poliziano si fa principalmente riferimento all’opera le “Stanze per la giostra” scritta in onore dell’evento della giostra, dovuto alla “riconciliazione” delle potenze italiane, ma anche per trattare il tema del amore platonico tra Giuliano, fratello di Lorenzo De Medici, e Simonetta Vespucci.
Come scrive Ghino Ghinassi in “Il volgare letterario e le “Stanze” del Poliziano”: le Stanze si inseriscono in quella tradizione creatasi nel corso del ‘400, che aveva sfruttato l’ottava dei romanzi cavallereschi per celebrare con intenti encomiastici giochi e gare. Il testo di Poliziano viene composto in ottave, come afferma Ghinassi, e si ispira al metro usato nel Filostrato da parte di Boccaccio si ha quindi una sorta di sfruttamento delle idee di precedenti scrittori come Boccaccio, Dante e Petrarca. Elementi petrarcheschi s’identificano primo con l’apparizione di una candida cerva, apparizione presente anche nel Canzoniere secondo con una sorta di ispirazione ai Triumphi dove Petrarca idealizza il trionfo di sei allegorie l’una sull’altra (Amore, Pudicizia, Morte, Fama, Tempo ed Eternità). Ma Poliziano non prende spunto solamente dalla poetica volgare infatti egli riporta, in modo particolare, elementi della tradizione scritta sia latina che greca come per esempio la trasformazione della candida cerva in fanciulla, trasformazione che prende spunto dalle Metamorfosi di Ovidio.
Lo stesso Ghinassi afferma, sempre nel saggio sopra citato, che: d’altra parte ne evade poiché di cantare la giostra si manifesta, a varie riprese, solo l’intenzione. Si sa che Poliziano nel corso della scrittura delle Stanze si ispira all’opera Giostra di Luigi Pulci composta nel 1469 per decantare una simile impresa di Lorenzo il Magnifico. Il fatto che Poliziano dia maggiormente importanza all’amore platonico tra Iulio e Simonetta rispetto che al vero motivo della stesura, comporta una sorta di estraniamento da parte dell’autore, che elude la vera ragione della composizione e tratta semplicemente il tema dell’amore, facendo riferimento solamente in qualche passaggio dell’opera all’organizzazione della giostra in onore di Lorenzo il Magnifico.
In conclusione si può dire che benché l’opera dovesse racchiudere l’encomio per Lorenzo il Magnifico essa comporta l’impressione che Poliziano abbia espresso in modo particolare la propria immagine della cultura arricchendola di particolari tratti dalle maggiori opere letterarie del periodo, e che in realtà la celebrazione della giostra sia un pretesto.

Laura De Camillis

1 commento:

  1. Ciao Laura,
    attenzione alla correttezza ortografica (es. "del amore"
    invece che "dell'amore"). L'ottava non è un metro ma
    una strofa. Trovo
    un po' pesante l'espressione "si ha quindi una sorta di
    sfruttamento..." (fino al punto): forse la causa è anche
    l'assenza di
    punteggiatura, sulla quale comunque ti consiglio di intervenire anche
    altrove.
    Il consiglio è di fare una bella revisione formale del testo.
    Non è molto chiara che cosa significhi "sei allegorie una
    sull'altra".
    Quando citi brani da un documento, ricordati le virgolette. Per il
    resto la riflessione, apprezzabile, si colloca però più sul versante
    informativo e descrittivo che argomentativo.
    il prof

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