mercoledì 15 ottobre 2008

Poliziano: " tra arte e poesia"

Le Stanze per la giostra sono un poemetto scritto in ottave da Poliziano, con l'intento di celebrare il trionfo in una giostra di Giuliano De Medici, fratello di Lorenzo.L' opera rimase incompleta a causa dell' uccisione di Giuliano, vittima della congiura ordinata dalla famiglia dei Pazzi.Come scrive Ghino Ghinassi ne "Il volgare letterario nel Rinascimento" le stanze si inseriscono dal punto di vista formale e nelle intenzioni dell' autore in quella tradizione creatasi nel '400 che aveva sfruttato l' ottava dei romanzi cavallereschi per celebrare con intenti encomiastici giochi e gare.Oltre a sviluppare il tema encomiastico l' opera si propone di cantare l' amore di Giuliano nei confronti di una donna fiorentina, Simonetta Vespucci; proprio in tale ambito emerge la concezione Platonica dell' amore, che si inserisce nel quadro di una natura lussureggiante e di un mondo mitologico ispirato alla tradizione classica. Molteplici sono gli spunti tratti dal passato da Poliziano nella composizione delle stanze: elementi Danteschi, Petrarcheschi (l'identificazione della donna amata con una candida cerva,appare già in un celebre sonetto del Canzoniere), Boccacceschi e "topoi" letterari di provenienza classica coesistono armoniosamente in quella che è la creazione di un "quadro" ricco di immagini, suoni, colori che propongono l'antico ideale di una vita vissuta in piena uniformità e sintonia con l'ambiente naturale circostante.Altri elementi di chiara derivazione classica sono dati dalla presenza di divinità pagane che manifestano il caratteristico gusto Rinascimentale per la tradizione antica riscoperta nello studio, nella contemplazione e nel messaggio morale e comportamentale che si ritova nei testi classici. Di particolare rilievo è la figura di Giuliano che incarna l'ideale di bellezza e giovinezza esaltando lo sfondo di un paesaggio illuminato dalla Primavera, nel quale, come scrive Poliziano regna umile e superba, regale e mansuata la ninfa Simonetta che, con il suo sguardo è capace di placare le tempeste e con il suo viso dolcemente dipinto di bianco allieta le creature del bosco che tutt' attorno si rallegrano e cantano felici. La composizione è portatrice di uno stile dotto e raffinato tipico di Poliziano, che rimarca il gusto galliardo e vivace della tradizione antica, fonte di ristoro e piacere intellettuale per l' Umanista che mira all' esaltazione del connubio tra bellezza, amore, poesia, filosofia e arte, intesa come rivelazione più profonda di ogni saggezza e felicità.


Matteo Sini

1 commento:

  1. Ciao Matteo,
    meglio tardi che mai... rispondo. Il tuo lavoro è molto buono. Attento a non andare a capo dopo l'apostrofo. Per il resto un'unica osservazione: si ha difficoltà a cogliere il nesso arte poesia annunciato dal titolo.
    Saluti,
    il prof

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